“Dottore, ma esiste questo punto G?”. “Sa, ho difficoltà a raggiungere l’orgasmo, alle volte penso di non essere proprio portata per la sessualità”. “Il rapporto sessuale con mio marito è inesistente, non sa proprio dove toccarmi ed io faccio molta fatica a raggiungere l’orgasmo”. “Fare l’amore è diventato per me impossibile. Mi dà fastidio qualsiasi stimolazione”. “La penetrazione mi spaventa, lo so è assurdo, ma non mi sento per niente rilassata, sono tesa e ho difficoltà a lasciarmi andare al piacere”. Sono molte le donne che mi confidano queste sensazioni in seduta di psicoterapia o durante i miei seminari. L’orgasmo femminile, in piena era dell’informazione e dell’emancipazione delle donne, resta ancora per molte un mistero. Così molte donne sono confuse riguardo il loro piacere, oppure hanno difficoltà a trovarlo, altre ancora a raggiungerlo completamente. C’è una verità di fondo però sottesa a queste problematiche sessuali comuni: le donne conoscono e valutano ancora molto poco la loro vagina.
Orgasmo e genitali femminili sconosciuti dagli uomini ma anche dalle donne
Se per molti uomini la vagina resta ancora un mistero (che ognuno affronta a modo suo), per le donne la vagina sembra essere un organo dimenticato. Se pensiamo infatti alle tradizioni primitive in cui la donna veniva rappresentata con vulve prominenti e grandi labbra in primo piano, oggi la vagina viene invece con difficoltà accettata dalle donne stesse, che stentano a considerarla una parte del loro corpo da amare. Ed ecco uno studio interessante che ho potuto fare nella mia ricerca come psicoterapeuta.
Quando una donna entra nel mio studio portandomi in seduta di psicoterapia un disagio sessuale ma anche un problema di autostima, le chiedo per prima cosa di fare un elenco scritto di tutte le parti del suo corpo: da un lato quelle parti che le piacciono, dall’altro quelle che non la soddisfano. Su 10 donne, soltanto 2 indicano la loro vagina. Le restanti 8 donne sembrano proprio dimenticare i genitali dal loro elenco. Un organo non riconosciuto quindi. Una zona del corpo muta, lontana dai pensieri. Una parte intima da toccare solo per igiene personale o per avere un rapporto sessuale con il proprio partner.
Spesso in psicoterapia rivolgo anche un’altra domanda alle mie pazienti donne. Chiedo se hanno mai fatto un semplice esercizio: guardare la propria vagina allo specchio. E i loro volti mi rivelano mille sfumature di tabù.
Orgasmo lontano in un corpo sconosciuto: il test dello specchio
“Non credo che ci siano donne che lo facciano!” è una delle prime reazioni a caldo. “Guardarmi la vagina? E a cosa serve?” mi chiedono invece a volte le più giovani, incredule e spaesate. “Io considero la mia vagina solo durante il rapporto sessuale, mi creda Dottore, non la tocco mai in altri momenti, giusto quando faccio la doccia”. “Io guardo il mio pube allo specchio, ma dover osservare la mia vagina da vicino mi fa senso”. Sembra strano ma è così, molte donne hanno paura della propria vagina, provano senso, a volte per fino disgusto. Non la accettano, la temono. Come si teme qualcosa che giustamente non si conosce. Non la accarezzano, la guardano con sospetto come qualcosa di troppo forte. Eppure guardare la propria vagina allo specchio è un ottimo esercizio per iniziare un po’ alla volta a prendere confidenza con le proprie zone erogene e il proprio piacere sessuale. Solo conoscendo intimamente il proprio corpo una donna, infatti, può accedere al vero piacere e guidare il proprio compagno nell’intensità del piacere che lei stessa conduce nel suo corpo e dentro di sé.
Quando una donna ama la propria vagina sta amando la parte più profonda di se stessa: quella connessa alla vita. Nella tradizione del mio Maestro, Mikhael Raivavic, la vagina della donna è considerata sacra. Mikhael diceva sempre: “La vagina di una donna è la fonte della vita. La porta che conduce l’uomo verso lo Spirito”. È sicuramente una visione diversa della vagina rispetto a quella occidentale che le donne possono iniziare a sviluppare. Considerare la propria vagina sacra e connessa allo Spirito non è solo importante per un processo di evoluzione spirituale, nel quale ciascuno è libero di credere o meno, ma anche importante dal punto di vista psicologico.
Alla fine dell’articolo riprenderemo il test dello specchio: spiegherò come poterlo fare comodamente a casa. Prenderemo in considerazione la vagina, la vulva, la clitoride e l’orgasmo femminile da un punto di vista anatomico. Ma prima guardiamo cos’è successo nella storia. È utile per comprendere tanti aspetti della donna…
L’orgasmo e la penetrazione: una struttura sociale maschile e una sessualità femminile rinnegata
“Finalmente Dottore ho scoperto il punto G, ho provato un piacere intensissimo mentre il mio uomo mi penetrava”. “Io ho bisogno dei preliminari, però riesco a raggiungere l’orgasmo solo con la penetrazione”. “Quando vedo il mio amante sono così eccitata che cerco subito il suo pene, voglio fare l’amore in tutti i modi possibili”. “Sto bene con il mio compagno, abbiamo rapporti sessuali con posizioni sempre diverse”. Questi sono solo alcuni esempi di come le donne siano convinte che la penetrazione sia ciò che dia loro il piacere.
Penetrazione, nelle menti di molte donne, è sinonimo di orgasmo femminile. Spesso faccio molta fatica a spiegare alle mie pazienti, ma anche alle amiche piuttosto che alle donne con cui mi capita di parlare e di entrare in discorsi intimi, che viviamo in una struttura sociale maschile. Cosa comporta questo a livello sessuale? Vivere in codici e tradizioni maschili significa che il piacere femminile, il corpo delle donne e l’orgasmo femminile sono stati inscritti dentro desideri, percezioni e bisogni maschili. Bisogni affatto attinenti alle esigenze femminili, anzi ben distanti. L’uomo infatti ha educato nella storia la donna a subire la penetrazione: così si facevano i figli, così si sottometteva la femmina, così la si usava per i propri bisogni fisiologici.
La psiche della donna e il suo immaginario sessuale si sono dapprima adattati e poi abituati alla struttura e ai codici sessuali maschili. Ma sfatiamo un mito davvero infestante: la donna non è fatta per provare piacere con la penetrazione. Questa verità è racchiusa nel corpo stesso della donna. Più precisamente è inscritta nella conformazione della vagina e della vulva. Ce lo spiega l’anatomia.
La clitoride: dove nasce l’orgasmo femminile
L’uomo cerca la donna nel rapporto sessuale per penetrarla. E lo fa in modo diretto spesso. Questo perché il piacere maschile si sviluppa nelle terminazioni nervose del glande a contatto con il calore e gli umori della vagina. Ma non solo. L’uomo ha una natura istintuale e questo lo porta a desiderare di appagare i propri istinti e le proprie pulsioni in modo immediato. La donna invece cerca l’uomo sessualmente ma ha spesso bisogno di preliminari prima di un rapporto sessuale, di baci, di carezze, di sguardi. Perché la sua è una natura emotiva, ben diversa da quella istintuale. E la donna ha necessità di stimolarsi la clitoride durante la penetrazione. Perché l’orgasmo femminile non nasce nella vagina bensì nella clitoride. Al contrario quindi di quanto insegnatoci per millenni, il piacere sessuale di una donna non si sviluppa dentro, ma fuori. Fin ora ho usato quasi indistintamente la parola vagina perché è il termine generalmente più usato nel linguaggio comune, ma bisogna fare una precisazione importante. Facciamo chiarezza.
Vulva, clitoride, pube o vagina? Le zone erogene femminili
Guardiamo l’anatomia di una donna. I genitali femminili si suddividono in due categorie:
- I genitali esterni, che sono quelli più facilmente visibili: il pube, la clitoride, le grandi labbra e le piccole labbra.
- Gli organi sessuali e riproduttivi, che si trovano all’interno e sono quindi non visibili: il canale vaginale, l’utero, le tube e le ovaie.
Come si intuisce già dall’anatomia degli organi genitali di una donna, la parte interna della vagina non è stata creata per dare piacere, bensì per riprodurre. È nei genitali esterni quindi che dobbiamo ricercare le vere zone erogene femminili. Spesso le donne confondono la vagina (parte interna) con la vulva, la parte esterna dei genitali. Ma è proprio la vulva il vero centro del piacere sessuale, così come la clitoride è il fulcro di ben 8.000 terminazioni nervose che rendono questa parte del corpo la più sensibile al piacere e quindi la più adatta al raggiungimento dell’orgasmo femminile. Fino a poco tempo fa il dibattito di femministe e scienziati era quello di stabilire se l’orgasmo della donna fosse vaginale o clitorideo. Oggi gli studi dimostrano quanto sia sottile questa differenza e di come sia comunque e sempre la clitoride la zona erogena femminile da cui scaturisce l’orgasmo.
Anorgasmia e i blocchi femminili della sfera sessuale
Le statistiche dicono che il 15% delle donne soffre di anorgasmia. Ma a questo numero c’è da aggiungere quello delle donne che soffrono di vaginiti, oppure di dispareunia cioè di dolori forti durante la penetrazione. Accanto a cause fisiologiche ci sono ovviamente quelle psicologiche, che possono derivare da tabù inconsci, o da traumi vissuti piuttosto che da personalità bisognose di controllo che faticano a lasciarsi andare al piacere. Ciò che si evidenzia però è che le donne, di qualsiasi età e nazionalità, chi più o chi meno, conoscono molto poco la loro vagina e tanto meno la loro vulva.
L’inconsapevolezza del proprio corpo, delle zone erogene giuste da sensibilizzare e anche delle giuste stimolazioni da scambiarsi con il partner rendono la donna vulnerabile nell’intimità. Spesso questa inconsapevolezza induce la donna ad affidare il proprio piacere completamente all’uomo. “È lui che deve saperci fare, si vede che non è capace” pensano alcune. Altre invece credono che donandosi ciecamente al proprio uomo e stando solo nei sentimenti durante il rapporto sessuale lui le possa guidare alla scoperta del loro piacere. E ancora, ci sono donne che al contrario giocano a fare le dominatrici o ad essere totalmente disponibili, senza rendersi conto che non stanno dominando il loro piacere ma stanno giocando al ruolo in cui il maschio le ha da tempo relegate. Il ruolo di chi sta in panchina, di chi osserva in un angolo il piacere o addirittura di chi se lo dimentica per appagare completamente il piacere maschile. Questa inconsapevolezza può portare le donne inconsciamente a sviluppare anorgasmia, cioè incapacità di raggiungere l’orgasmo. Oppure può tradursi in malattie dolorose che a livello inconscio allontanino il partner dalla penetrazione. Perché la donna, di fatto, può essersi dimenticata di quale sia la sua vera natura erotica e sessuale. Ma il suo corpo no, lui lo ricorda. E alle volte, purtroppo, cerca di riportarla a galla con l’unico strumento che ha a disposizione quando non vogliamo ascoltare: il dolore.
Avere orgasmi più coinvolgenti e risvegliare l’erotismo femminile: impara l’esercizio dello specchio
Come ho scritto prima, bisogna imparare a dare alla propria vulva un valore diverso. Ora che è più chiaro che la vagina sia la parte genitale femminile connessa alla riproduzione, mentre la vulva è la zona erogena del piacere, possiamo prendere in considerazione un esercizio davvero utile e semplice: osservare la vulva allo specchio. Questa pratica è fondamentale per la donna. Finché la donna non saprà guardarsi la vulva in un modo nuovo, non potrà insegnare neanche al proprio partner come viverla in un modo corretto. L’esercizio che propongo qui serve a far risvegliare nella donna la sua parte più arcana: l’erotismo. Ma non solo: a livello psicologico esercitarsi ad osservare la vulva e a guardarla come qualcosa di sacro serve a sviluppare nella donna la consapevolezza del proprio valore, della propria autostima. Spesso sento dire: “Devi imparare ad amarti!”. Ma non è così facile. “Dottore, ma da dove inizio?” spesso mi chiedono le mie pazienti. Ecco, inizia da qui: dalla tua vulva. Puoi farlo in questo modo…
Preparazione all’esercizio: cosa fare per osservare rilassate la vulva
Trova un momento della giornata adatto e uno spazio della casa che puoi dedicare a te stessa senza essere disturbata da nessuno. Che sia il bagno, la camera da letto o una stanza che hai la fortuna di poterti gustare in solitudine, l’importante è che tu ti senta piacevolmente rilassata e predisposta a vivere quest’esperienza di intimità con te stessa. Un’esperienza importante per il tuo modo di essere donna. Se ti aiuta puoi rendere l’atmosfera più calda e accogliente, magari accendendo un incenso o delle candele profumate, mettendo della musica soft che ti guidi piacevolmente nella tua intimità.Non occorre spogliarti del tutto, senti come sei più a tuo agio: se nuda o parzialmente vestita.
Puoi iniziare l’esercizio seduta, sul bordo della vasca, su uno sgabello o una sedia. Se sei in camera da letto puoi appoggiarti sul bordo, oppure distenderti. Prendi uno specchio (che avrai già preparato vicino a te). È importante che lo specchio sia abbastanza grande (almeno 15 cm di altezza e 10 cm di larghezza) per fare l’esercizio senza assumere posizioni scomode che non aiutano a rilassarti piacevolmente e ad entrare in contatto con te stessa. Ora sei pronta: questo è il modo corretto in cui iniziare la pratica ogni volta: serena e profondamente rilassata.
Esercizio n. 1: Osservare il pube
Questo esercizio va fatto per la prima settimana in cui vuoi iniziare questo percorso al femminile di scoperta e crescita interiore. Dopo esserti preparata come descritto prima, porta lo sguardo allo specchio e tienilo di fronte al pube. Per una settimana esercitati ad osservare solo il tuo pube. Accarezzalo, se vuoi, mentre ne osservi i contorni, la dolcezza, le fattezze. Molte donne si depilano, altre invece hanno saputo resistere a questa moda poco erotica e hanno ancora i peli pubici: se li hai, toccali. Sono morbidi? Sono ispidi? Il contatto è essenziale per prendere coscienza di sé ma anche per iniziare a darsi amore. Sbagliato è però accarezzarsi per eccitarsi. L’amore è gratuito e va dato senza chiedere niente in cambio. Le carezze devono essere finalizzate al puro piacere di osservare la propria “fonte della vita”, come diceva il mio Maestro, niente di più.
Nota: Come ti sei sentita mentre guardavi il tuo pube? Puoi scrivere, se vuoi, le tue sensazioni ricordandoti che se sono negative all’inizio è normale e che col tempo si modificheranno.
Esercizio n.2: Osservare e toccare la vulva
Ora che per la prima settimana hai preso confidenza con il tuo pube, detto anche “monte di venere”, inizia a osservare la tua vulva. Qui puoi sentirti libera di esplorarla come più ti piace. La cosa migliore sarebbe per le prime volte osservarla portando semplicemente lo specchio più inclinato, quasi sotto la vulva, senza però toccarla. In questo modo all’inizio avrai una pura presa di coscienza di come è fatta la tua vulva senza pregiudizi. Tieni a bada quindi anche le critiche, che arriveranno puntualmente nei tuoi pensieri per sminuire la bellezza del tuo corpo femminile. Le donne molto abituate a giudicarsi e a criticarsi dovranno esercitarsi molto di più per imparare ad osservare la vulva senza critiche. Quando ti sentirai pronta, inizia ad aprire la vulva con due dita della mano destra (se sei destroide) tenendo lo specchio con la sinistra. O viceversa se sei mancina o se ti trovi meglio. Osserva la clitoride, apri le grandi labbra e sfiora solo delicatamente le piccole labbra. Niente di più. Ti accorgerai che mentre osservi, arriveranno dentro di te delle profonde intuizioni e prese di coscienza. Su come vivi il tuo corpo, su come vivi i rapporti sessuali e soprattutto sul valore che stai dando alla tua vagina. Non averne paura, non c’è motivo di spaventarti o di giudicarti. Lascia che i tuoi occhi inizino un po’ alla volta a vedere in un modo nuovo. Ti aiuterà questo terzo esercizio…
Esercizio n. 3: visualizzo la mia vulva come un fiore sacro
Con questa pratica svilupperai un nuovo modo di percepire la tua vulva ma anche la tua femminilità, il tuo corpo di donna e la tua sensibilità sessuale. È una bellissima visualizzazione, che potrai fare quando vorrai, anche quando non stai guardando la tua vulva allo specchio ma sicuramente mentre lo fai. Immagina che la tua vulva, mentre la osservi, diventi un meraviglioso fiore che si schiude. Un fiore che si apre alla vita, un bocciolo che sprigiona tutta la sua essenza erotica e femminile. Mentre immagini la potenza di questo fiore che si schiude, senti la tua vulva sacra. È qualcosa che puoi percepire interiormente, qualcosa che fa parte a livello inconscio della tua natura femminile. Senti che quella sacralità inizia a trasudare dai suoi pori, dai suoi umori. “Tu sei sacra. Sei la fonte della vita”. Puoi dirglielo, parlarle se credi che ti aiuti. Quando una donna scopre la forza racchiusa nei suoi genitali diventa una donna sacra: non abusa della sua carica sessuale, ma la usa per portare pace e amore nella sua casa e nella sua intimità.
Vivi il tuo corpo come una dea
Spero che questo articolo e questa pratica ti siano e saranno utili, come lo sono state per tutte le mie pazienti e per le donne che mi hanno chiesto aiuto. Nella mia esperienza di psicoterapeuta ho potuto vedere i risultati concreti che questo esercizio riesce a far ottenere. Credo che ogni donna dovrebbe sentirsi sacra e percepire sacri ancor più i propri genitali. Se così fosse, molte donne si risparmierebbero forse il dolore di relazioni usa e getta, o di sentimenti non corrisposti, o di rapporti sessuali inappaganti. Le donne devono conoscere il loro corpo, i suoi più intimi segreti. Perché solo una donna che si conosce può vivere serenamente la sua sessualità.
Mi faranno molto piacere i tuoi commenti. Le tue sensazioni. Puoi scriverle qui sotto…
Cara donna, ti auguro di vivere il tuo corpo come una dea.
Perché è questo che tu sei.
Dr. Giuseppe Alfredo Succi